4° viaggio autunnale – 26/11/18 – 10/12/18
Appena arrivati, dopo un ottimo viaggio, abbiamo sofferto l’inconveniente delle chiavi del pulmino (l’autista se le era riportate con se) che, però, non ci ha impedito di arrivare, benché in ritardo, sani e salvi alla nostra meta ambita: Casa Maria Bambina a Gerusalemme.
Seguendo le indicazioni ricevute da Ettore ci siamo suddivisi i compiti per l’indomani. Chi ha messo mano all’imbiancatura di alcune stanze, chi è andato dalle Clarisse per lavori di potatura e taglio piante, chi ha collaborato con Maurizio all’assemblaggio del coro ligneo che sarà installato nella nuova chiesa delle Clarisse di Nazareth, chi ha fotografato tanto materiale dei beni culturali per catalogarlo e, compito fondamentale ma mai contemplato nelle richieste della Custodia, le signore che si sono dedicate ai compiti della cucina. Ci siamo anche occupati dello smontaggio della mostra riguardante la visita di Paolo VI in Terrasanta e del montaggio delle strutture per l’allestimento del presepio nella chiesa di San Salvatore. Per quasi 3 giorni siamo stati tutti dalle Clarisse per completare i lavori di giardinaggio.
Una bellissima giornata domenica 3 dicembre ci è stata donata da suor Lucia al Caritas Baby Hospital di Betlemme per l’allestimento degli addobbi natalizi. Abbiamo reso agibile il nostro refettorio di Maria Bambina per le 50 persone della Confraternita venute dall’Italia affinchè potessero cenare e pranzare; è stata una variazione sul tema dell’accoglienza imprevisto. Non potevano mancare le pulizie dei nuovi musei della Flagellazione nonché lucidatura e pulizia di candelabri, quadri ed icone nei quartieri dei beni culturali.
Siamo stati compensati abbondantemente dal poter assistere alla celebrazione solenne della Santa Messa davanti al Santo Sepolcro in occasione della festività dell’Immacolata Concezione nonché dalla consacrazione diaconale di fra Marlon e dalla Santa Messa conclusiva del raduno dei commissari di Terra Santa di tutto il mondo. Fra le persone che hanno aderito all’invito di cenare a casa nostra Fra Stephane, Padre Sergio Galdi, commissario della Terra Santa a Napoli, le suore di Maria Angela, Padre Alliata a pranzo e per ben due sere abbiamo ospitato alcuni amici di Ettore venuti da Milano. A chiudere la bella esperienza sabato 8 dicembre a cena con Monsignor Pizzaballa.
3° viaggio autunnale – 12/11/18 – 26/11/18
Il gruppo era formato da 11 volontari dei quali uno alla sua prima esperienza. Otto milanesi e tre romagnoli.
Gli amici milanesi arrivati domenica, accolgono i riminesi con affabilita’ e subito si stabilisce un grande affiatamento.
Martedi mattina, dopo la messa, ci si ritrova per leggere un brano tratto dall’intervento di mons . Pezzi al Meeting “protagonisti o nessuno ” che da il là alla nostra giornata. Poi chi a imbiancare la scala di M.B., chi col pulmino a prendere un letto e scrivania al Romitaggio, chi a dare una mano a Maurizio falegname, le donne a pulire una stanza con armadio e relativi contenuti per p. Stephane. Angelo deve verniciare la lunetta di una porta. A cena mangiano con noi Ettore e Massimo un volontario.
Mercoledì leggiamo l’ intervento di Lina al Meeting e la sintesi di don Ambrogio, poi riprendono i lavori del giorno prima.
Giovedì mattina assistiamo alla messa nel Santo Sepolcro alle 5. Appena finita siamo invasi dalla folla che ci impedisce anche di scendere dal Calvario.
Nel pomeriggio andiamo tutti a far le pulizie al museo guidati da suor Elisabetta. Abbiamo incontrato padre Alliata contento di farci da guida al museo. A cena abbiamo ospite Antonello, giovane di Salerno che fa un master sui reperti d’oro e d’argento.
Grandi pulizie a Maria Bambina in preparazione della festa di S . Elisabetta patrona delle suore che stanno a Maria Bambina. La sera scuola di comunità su “la disponibilità del cuore “.
Questa mattina siamo stati a un corso per i volontari promosso dalla Custodia e nel pomeriggio la festa con la messa del padre Custode nella nostra cappella e poi grande rinfresco preparato dalle suore e dalle nostre donne.
Domenica abbiamo fatto un giro di un giorno al Battesimo di Gesù e poi a Masada.
Lunedì sono ripresi i lavori in falegnameria , dell’imbiancatura e del carico e trasporti di letti da Mamilla a Betlemme. Abbiamo fatto una pulizia dei locali di Mamilla con distruzione di un muretto e carico di materiali e macerie. Padre Stephane ci affidava una serie di lavoretti di pulizie e piccole manutenzioni pronto per accogliere nel modo migliore i commissari di Terra Santa che arriveranno la prossima settimana. Siamo andati a Betlemme per svuotare e pulire l’appartamento che servirà, dopo gli opportuni lavori, per le due donne che seguono un progetto. A pranzo siamo andati con Ettore al Lifegate, ma purtroppo non sono potuti venire i nostri amici a causa dei loro impegni lavorativi.
Dopo la SdC abbiamo invitato tutti gli amici a cena da noi. Le donne erano un po’ agitate pensando di dover preparare per 30 persone, ma alla fine è andato tutto bene, anzi i ragazzi hanno chiesto che diventi una bella consuetudine.
Sabato e domenica siamo stati in Galilea con Ettore che ci ha fatto da guida , affascinandoci con le sue spiegazione dei vari luoghi rendendo tangibili i vari passi e avvenimenti del vangelo (è chiaro che lui sta facendo un lavoro personale per far sempre più suo il messaggio evangelico): Battesimo di Gesù, Cafarnao, Sì di Pietro, Nazareth.
Domenica siamo andati ad Acri e dopo la visita al museo, ci ha raggiunti per il pranzo Nader. La sua testimonianza è sempre qualcosa di commovente, ma questa volta si è aggiunta l’esperienza che sta facendo il figlio qua in Italia: è rimasto colpito da alcuni ragazzi del Clu, pur non avendo fatto niente per cercarli e ha deciso di seguirli perché affascinato dalla loro amicizia e dal loro sguardo. Nader era stupito del cambiamento del figlio: timido e introverso prima e constatava che un Altro stava agendo in lui. Toccata dai racconti del fratello, anche la sorella gemella vorrebbe venire in Italia a studiare per gustare la felicità che avverte in lui.
Domenica sera abbiamo dedicato un po’ di tempo per scambiarci le testimonianze sulla nostra esperienza , difficoltà e quant’altro avesse caratterizzato il vissuto di questo turno: chi era già venuto anni fa ha notato un cambiamento che, pur nella fatica iniziale, si è trasformato in un positivo; ma tutti erano grati dell’esperienza fatta.
2° turno autunnale – 29/10/18 12/11/18
Il gruppo è composto da 10 persone dei quali uno alla sua prima esperienza in Terrasanta. All’arrivo siamo stati accolti dai nostri amici di Ravenna che sono qui per l’Organ Festival della Custodia che ci hanno accolti preparandoci la cena. A tarda sera sono arrivati anche gli amici di Macerata che venivano da Roma mentre noi siamo arrivati da Bergamo. Il primo giorno padre Stephane ci ha requisiti per terminare di smontare la mostra sulla vita della Custodia e per portare i pannelli poi al CIC di Gerusalemme dove dovremo rimontarla. Cosa che abbiamo fatto il giorno dopo sotto la supervisione di padre Rodrigo. Siamo potuti salire sulla terrazza del CIC da dove si vede una veduta di Gerusalemme mozzafiato; ne valeva veramente la pena. Alla sera siamo andati a prendere all’aeroporto suor Maria Chiara la madre delle Clarisse che tornava dall’Italia. E’ stato un viaggio pieno di dialogo con lei che valeva la fatica del traffico. Abbiamo poi cenato con Maurizio, il nostro amico falegname, e con padre Daniele sacrista di La Verna amico del nostro Beppe. E’ stata una serata veramente bella perché le loro testimonianze hanno riempito di significato la serata. Abbiamo chiesto a Maurizio se riusciva a scrivere quello che ci ha raccontato( ha detto di si, speriamo lo faccia) perché racconta di come la sua vita qui abbia modificato il suo modo di guardare il suo lavoro. Abbiamo passato una giornata anche dalle Clarisse a raccogliere tutta l’erba gia tagliata, ma sparsa in tutto il giardino. Noi, come tutti sanno, per andare dalle Clarisse facciamo tutto quello che ci chiedono di fare, ma i Gelmini, in ogni caso, fanno sempre ciò che gli chiedono. Qualche lavoro di verniciatura a Maria Bambina e un aiuto a Maurizio in Falegnameria. Sabato gita all’Herodion (una delle regge di Erode), al monastero di San Saba degli ortodossi posta in un paesaggio meraviglioso e al Campo dei pastori. Domenica alcuni di noi sono stati a Masada; ne vale veramente sempre la pena. Ci attende una settimana sulla carta molto faticosa di lavoro a Mamilla ed a Betlemme nella casa che è stata acquistata e che verrà utilizzata dalle Memores presenti a Gerusalemme. Lunedì mattina,però, cominceremo con la s.messa detta dal Segretario padre Davidi nella Cappella dello Spasmo. I rapporti tra di noi sono molto buoni e capaci di aiutarci vicendevolmente.
Siamo appena rientrati tutti bene, ringraziando Dio. Come pensavamo la settimana appena trascorsa è stata molto pesante da un punto di vista di lavori, ma, allo stesso tempo, eccezionale per gli incontri fatti. I lavori sono stati a Mamilla dove abbiamo riempito di calcinacci una quantità innumerevole di sacchi di juta e buttato giù le parti rimanenti di pareti ancora in piedi. Non è nemmeno mancato un fuori programma: Dentro il foro di un mattone vuoto c’era un serpente, probabilmente in letargo, arrivato lì chissà come, che è uscito dal buco, lungo più di un metro, che ha però dovuto fare una brutta fine (per lui ovviamente). Il giorno seguente siamo andati a Betlemme nella casa appena acquistata dalla Custodia dove dovevamo liberare il tetto da una serie innumerevole di serbatoi d’acqua (alcuni pieni), disboscare le tante piante nate sul tetto, togliere 2 parabole, un’antenna alta 6/7 metri, vetri sparsi e tanto altro che non elenchiamo. Il tutto facendolo scendere da due piani di altezza con delle corde. Senza una compagnia che sa valorizzare ognuno queste cose non si fanno perché uno, da solo, si mette solo a piangere. Si è continuato ad aiutare Maurizio in falegnameria nella costruzione del coro per le Clarisse di Nazareth, spostato 300 icone da un magazzino (ogni volta 86 gradini), pulito le lampade e parte dei lampadari di San Salvatore a 6 metri di altezza, più varie ed eventuali. A sostenerci in tutti questi lavori è stata la nostra compagnia ed una serie di incontri veramente incredibili. Una cena con Lorenzo, un restauratore di Macerata che lavora ai restauri della basilica di Betlemme, che ci ha anche accompagnato nel pranzo che abbiamo fatto quando abbiamo lavorato a Betlemme, padre Stephane e padre Rodrigo che sono venuti a cena e ci hanno ringraziato non solo per i lavori, ma soprattutto per la testimonianza che gli abbiamo dato durante la cena. Venerdì sera abbiamo condiviso la nostra tavola con padre Pizzaballa ed Ettore e ne è uscito fuori un lavoro che ci ha aiutato a comprendere di più su cosa si basa la nostra fede aiutati tantissimo da padre Pizzaballa. In Terrasanta ci sono tanti luoghi che ci ricordano i passi di Cristo, le cose che ha fatto, ma la nostra fede non può basarsi sui luoghi (spesso anche tanto incerti), ma sulla memoria che quei luoghi ci testimoniano. Abbiamo bisogno anche di luoghi perché il cristianesimo è storia accaduta, ma noi facciamo memoria di fatti accaduti e non di luoghi, di fatti che devono continuare ad accadere perché il cristianesimo è vivere oggi la presenza di Cristo nella vita. Poi due giorni con Ettore nel nord. Cesarea Marittima, Nazareth con la s.messa con le suore dell’ospedale e visita alla basilica ed al museo, cena da Habib e Nasreen con quello che molti sanno cosa significa, ma la loro amicizia è veramente grande, Cana dall’amico padre Jerome, Acri con la visita alla cittadella degli Ospitalieri, ma, soprattutto, con il pranzo con l’amico Nader e Hussam con i quali c’è stato un bello scambio di testimonianze su cosa significa vivere la fede nel concreto. La ciliegina sulla torta è stata la possibilità, lunedì mattina prima di partire e ormai non sperandoci più, di poter incontrare Lina all’Antoniana perché non ci era stato possibile farlo prima. Era veramente chiara la sua gioia nel vederci ed altrettanto lo era per noi. Domenica sera ci siamo incrociati anche con 8 degli amici del turno successivo che sono arrivati un giorno prima con i quali abbiamo condiviso la cena di domenica ed il pranzo di lunedì. Una bella tavolata di 18 persone. La nostra unità, il lavoro a volte molto faticoso e gli incontri sono stati, però, un tutt’uno della esperienza che, per grazia, abbiamo fatto.
1° turno autunnale 15/10/18 – 29/10/18
“Ma…guarda queste che tornano dalla giornata di lavoro, stanche morte, e cantano!! “
Così ci ha accolto al cancello del monastero di S.Salvatore P.Stephane ed ha esclamato:
“ Che meraviglia !”.
Dopo qualche giorno è venuta a galla la domanda: meraviglia di che cosa?
Era stato un canto spontaneo delle nostre 4 donne che scendendo dal posteggio dove avevamo messo il pulmino, cantavano liete della giornata trascorsa e dell’esperienza che insieme facevamo della Sua presenza.
Che esperienza è stata?
La giornata di lavoro ha le caratteristiche di sempre: il lavoro è una concretezza attorno alla quale girano persone con caratteri e sensibilità diverse. Qualcuno è un tipo spigoloso, qualcuno lento ma preciso, altri sono più pratici o veloci ma disordinati e un po’ grossolani. Tutti pensano che il proprio modo di lavorare sia il migliore.
La convivenza stretta di 13 persone diverse per un lungo tempo fa emergere le differenze: i pareri non coincidono mai. Eppure molti di noi si conoscono da sempre.
C’è chi prepara la tavola e chi cucina:…… sono sempre quelli che lavorano! E’ l’obiezione che si legge anche sul volto di chi non la esprime pensando di tenerla dentro.
Si tenta di fare un programma per la giornata a venire ma ci sarà il pulmino? Pensavamo che fosse a nostra disposizione ma o è rotto o è destinato ad altri. Questo cambia l’umore delle persone. Si aggiunge un imprevisto e quindi una fatica.
Entrare al S. Sepolcro è impossibile in qualsiasi ora della giornata. Nella basilica del S. Sepolcro anche le notti sono prenotate da mesi. La messa al Calvario è un calvario. Non c’è nulla che aiuti a stare davanti al mistero contemplando l’amore di Cristo per me.
I consueti inviti a cena sono diversi da come li avevamo immaginati: Pizzaballa è in Italia; Il custode non c’è; il guardiano fra Marcelo è a fare gli esercizi, Serghei è in Russia.
Ettore è impegnato con le squadrette ed i contatti con lui sono velocissimi e rari.
Nelle passate esperienze era evidente che l’esperienza fosse quella di una compagnia guidata proprio grazie alla sua presenza e alla capacità di chi conduceva il gruppo. In questa occasione abbiamo provato molta nostalgia.
Questo è “quello che accade”, ma non è “tutto quello che accade”.
Momento per momento, lentamente con inesorabile continuità si introduce nella giornata, in tutti i momenti della giornata la percezione chiara, fisica che c’è un Oltre che si fa presente; anche nel chiasso blasfemo che c’è al S. Sepolcro e al Calvario, dove, ascoltando le chiacchiere fra i turisti si odono cose da barzelletta; accade fra di noi, nei rapporti con le persone, con i cuochi di Rimini per il progetto Palestina.
Padre Alliata a cena, fa trasparire in letizia la sua simpatia nei nostri confronti. Padre Stephane si sente a casa sua e si percepisce la sua amicizia. Gli inviti a cena di fra Diego, MarcoMaria di Riccione, fra Rodrigo diventano testimonianze della loro vocazione. Si diventa più amici con loro e fra di noi. La vita del gruppo diventa più lieve e nella convivenza appaiono momenti in cui ci si racconta, ci si aiuta nel lavoro, ci si prende cura l’uno dell’altro, si condivide la preghiera e le cose belle. È vero che ciascuno ha i suoi difetti ma ciascuno, a modo suo, contribuisce a costruire una compagnia buona; si accetta e si abbraccia con consapevolezza la fatica del vivere e del lavoro.
Questo è il tutto che accade: non noi limitati ma Lui infinito che usa del particolare più stupido e della nostra obiezione fastidiosa sulle cose per dirti che c’è Lui all’origine.
In fondo cosa abbiamo fatto? Abbiamo pulito il museo e raccolto le olive; lavorato in falegnameria e a Maria Bambina: non abbiamo comunque risolto nulla della Terrasanta, ma siamo affidati a Gesù e questo traspare senza bisogno di aggiungere parole.
Questa è la meraviglia che ci fa tornare a casa nonostante la fatica di una giornata di lavoro pesante, cantando.
Occorre sempre fare un passo indietro e lasciare che l’offerta della giornata prenda il sopravvento sui nostri limiti.
Don Luigi Giussani
5° viaggio primaverile 2018
Sono partiti 10 volontari di cui 3 al loro primo viaggio.
Riportiamo quello che ci hanno scritto.
Arrivati di venerdì sera i primi due giorni sono stati caratterizzati da una immersione nei luoghi santi. Raccoglierci in preghiera e calpestare i sassi dove Gesù ha camminato e guardare dove Lui ha guardato con nel cuore quello che Ettore ci aveva detto a Verona cioè andare in Terra Santa avendo presente di avere cura l’uno dell’altro a partire da chi condivide con te questa esperienza. Al Getsemani dopo la messa solenne del preziosissimo sangue di Gesù , abbiamo incontrato padre Stephane il quale ci ha trovato subito il lavoro : selezionare francobolli provenienti da tutto il mondo , pulizie a San Salvatore , tinteggiatura a Maria Bambina, giardinaggio dalle clarisse di Gerusalemme . L’incontro con le clarisse, in particolare con la madre, Chiara e madre Maria Assunta del Ruanda è stato per noi commovente nel vero senso della parola “con- muovere” . Siamo stati attratti dal loro sguardo lieto , dalla certezza lieta dell’amore di Cristo. Vale la pena venire quaggiù , togliere erbacce , portare carriole piene di fogliame e condividere la fatica coscienti che la gloria di Cristo passa attraverso questa solidarietà che permette il permanere della Sua Presenza nel luogo dove tutto ha avuto inizio. Madre Maria Assunta a sua volta ci diceva che questa disponibilità non è scontata; nel suo paese di origine non esiste questa solidarietà che travalica i gruppi familiari e ci invitava ad andare in Ruanda a testimoniare che c’è un modo nuovo di guardarsi imparato da Gesù .
La nostra casa, cioè Maria Bambina, e’ diventato un luogo ospitale con persone che, vivendo qui con noi, passavano dalla nostra cucina e hanno condiviso quello che stavamo vivendo.
Un week end con Ettore siamo stati a Nazareth, Cafarnao, Primato di Pietro , il luogo dove Gesù ha raccontato la parabola del buon Samaritano immedesimandoci per vivere con intensità e ricchezza ciò che stavamo vedendo. La sera abbiamo cenato con gli amici di Nazareth; la loro ospitalità ha reso certa la nostra presenza . Siamo un piccolo gregge , i sassi sono belli ma senza questa presenza delle persone non basta. Come a Cana Padre Jerome , tutti amici già incontrati nei precedenti viaggi , il nostro stare qui sarebbe fine a se stesso . Con padre Gian Franco al mattino presto abbiamo celebrato la messa nell’edicola del Santo Sepolcro e ieri mattina abbiamo avuto il dono di celebrare la messa con padre David nella cappella dei franchi e di pranzare con lui .
La sera cena con l’amministratore apostolico padre Pizzaballa.
Grati di tutto ciò che ci è successo.
4° viaggio primaverile 2018
Il viaggio di lavoro si è svolto dal 13 al 27 giugno 2018 ed era composto da 10 volontari di cui uno al suo primo viaggio.
Anche in questo turno sono accaduti gesti semplici che ci hanno consentito l’esperienza di sentirci “preferiti”: l’invito di fra David alla messa nella cappella dei Franchi solo per noi, la messa privata al S. Sepolcro con fra Giuseppe, l’abbraccio affettuoso di suor Elia dell’ospedale italiano di Nazareth che tralasciando le proprie incombenze ci ha preparato una colazione italiana, la sontuosa cena a casa di Habib nonostante il preavviso di un paio d’ore, il pranzo con i frati di S. Salvatore, il saluto caloroso delle clarisse di Gerusalemme che non hanno voluto che lavorassimo la domenica nonostante avessero bisogno ma che hanno interrotto la loro giornata per venirci a salutare in gruppo, l’accoglienza di fra Diego che ha rinunciato al periodo di riposo per accompagnarci in un giro del Romitaggio, l’offerta di padre Stephane di pagarci il taxi per andare a Betlemme nel giorno di riposo non avendo a disposizione il pullmino, il passaggio che Roni Tabash ci ha offerto sul suo pulmino per tornare al cheek point dopo la visita a Betlemme, Juan Sanchez e 2 ragazzi chitarristi spagnoli che la sera al ritorno dalle vacanzine della Terra Santa ci hanno deliziato con le loro canzoni e infine la visita riservata ai volontari al museo della flagellazione da parte di padre Alliata.
Non voglio tralasciare la ricchezza degli incontri accaduti: con Maurizio il falegname-restauratore che a cena ci ha raccontato la sua conversione durante il cammino per Santiago e l’impegno successivo con i frati della custodia, con Saamir ultimo cristiano di Sebastiya che custodisce, nonostante l’ostilità dei mussulmani, la chiesa in cui è stato ritrovato il corpo di San Giovanni Battista e con le suore di Maria Bambina che ci hanno raccontato la vocazione delle due postulanti e ci hanno dimostrato la reciproca attenzione nel curare l’alimentazione di una di loro.
3° viaggio primaverile 2018
Il terzo viaggio si è svolto dal 30/5 al 13/6/18 ed è stato realmente un viaggio speciale perchè si è affrontata una situazione mai accaduta prima. IL viaggio era composto da 10 volontari tre dei quali sono rimasti a Gerusalemme dal secondo viaggio.
Il primo dono che ci è stato fatto all’arrivo al Ben Gurion è stato Paolo che ci aspettava col pulmino e all’arrivo a Maria Bambina Teresa e Letizia che ci hanno fatto trovare la cena pronta. Qualcuno era già lì ad aspettarci, come nella vita, c’è sempre “qualcuno che viene prima” ed è già lì che ci aspetta, che attende che Lo riconosciamo. Poi subito il primo giorno un altro Dono eccezionale: abbiamo partecipato alla solenne celebrazione del Corpus Domini al Santo Sepolcro con la presenza dell’amministratore Apostolico S. E. Mons. Pizzaballa: Lodi, S. Messa, processione attorno a Quel Sepolcro dentro al quale N. S. Gesù era stato deposto e dal quale è Risorto. Un sepolcro vuoto ma che parla, oggi più che mai della Sua Presenza. Nel pomeriggio (eravamo stati lasciati liberi dai lavori da Padre Stephane), partecipazione alla processione a chiusura del mese mariano da S. Salvatore al Patriarcato e ritorno, per le strade della città vecchia di Gerusalemme con preti, frati e tutto il popolo cristiano; una festa di popolo a Maria. Affidare il nostro lavoro, il nostro turno, la nostra associazione, i nostri defunti alla Presenza di Cristo e alla protezione di Sua Madre Maria Santissima è stato una conseguenza a questo sentimento di predilezione cui siamo continuamente fatti oggetto. Ogni mattina, prima di iniziare il lavoro, ci stiamo richiamando al significato del nostro cammino a partire dal perché veniamo qua. Aver chiaro il senso della nostra identità che si manifesta nell’affezione a Cristo ed il metodo per costruire la nostra unità di fede matura che è il seguire, come Gesù indicò ai primi due discepoli in riva al Giordano. Ogni giorno nel guardarci, nel lavorare, nel riferirsi tra noi e richiamarci a questa coscienza, è un lavoro, è il vero lavoro. Far pulizie, cucinare, attaccare quadri, preparare gli ambienti, andare al S. Sepolcro o attraversare il suk o andare a trovare gli amici a Nazareth e Cana, tutto è parte di questo lavoro che è riconoscere un cuore nuovo, quello di un altro che incomincia a muoversi dentro la vita di tutti i giorni. Imparando da Maria, Giuseppe, gli apostoli, Gesù e tutta la gente che incontriamo.
La seconda parte di questo turno è stata caratterizzata da un evento straordinario: ci è stato chiesto di metterci al servizio di un gruppo di giovani che hanno partecipato ad un “corso formativo” promosso dalla Confraternita S. Caterina da Siena, riguardante il lavoro e nello specifico il lavoro per l’ideale. Si è trattato di un gruppo di giovani tra i 18 ed i 35 anni e dei loro tutor che hanno soggiornato in Terra Santa dal 6 all’ 11 giugno. Sono ragazzi che hanno iniziato o stanno iniziando a lavorare in Italia presso opere di carità (nei centri di solidarietà, con persone disabili, con carcerati, con persone meno abbienti, ecc). Il gruppo di circa 30 ragazzi con 30 accompagnatori, ha fatto un tour per la Terra Santa in quanto le opere in cui lavorano o lavoreranno hanno come scopo operare per l’ideale e l’ideale che hanno incontrato ha un nome:“Gesù Cristo”.
In sintonia con il loro incontro e la loro scelta professionale è stato quasi inevitabile accompagnarli, per parlare di come Gesù ha affrontato tutti gli aspetti della vita terrena, proprio nei luoghi dove il Verbo incarnato, Gesù, ha vissuto, ha predicato, ha compiuto la sua missione nel mondo, tracciando il solco sul quale camminare.
A noi Gelmini é stato chiesto di servire questo gruppo favorendo le necessità materiali legate al loro soggiorno e in particolare di curare i pasti.
La richiesta ci ha impegnato a mettere la nostra carità al servizio della loro carità, rendendo evidente anche attraverso il nostro servizio che lavorare per l’ideale (Gesù) nel dar gloria al Signore rende il mondo migliore.
Questa sintesi a noi non era chiara all’inizio ma si è resa sempre più palese man mano che passavano i giorni, mentre raccoglievamo qualche briciola dai racconti e dal muoversi dei ragazzi qua e là. Solo alla fine, attraverso le parole di Ettore ci è stato più chiaro quello che a tentoni avevamo timidamente intuito nel corso dell’ esperienza.
All’inizio abbiamo dovuto attraversare tutte le fasi di un lavoro che non ha tolto la fatica del fare, del decidere, dell’impegno, del seguire, dell’adattare gli orari alle necessità di spostamento del gruppo. Dal punto di visto pratico e organizzativo tante situazioni sono state una sfida per noi, dagli approvvigionamenti, alle attrezzature da reperire, alle strutture logistiche da allestire (Terrazzo di Maria Bambina a Gerusalemme– Sale per cenare a Betlemme presso la Società Antoniana, la Sala dell’Azione Cattolica, la Guest House) , come pure le le diversità di carattere tra noi e il desiderio di ciascuno di dare il meglio.
La quotidianità non fa sconti mai, la “croce” va sempre attraversata in ogni istante e in ogni situazione, anche in Terra Santa, perché la Terra Santa non è un luogo magico, è certo un luogo particolare in cui far memoria dell’origine del nostro essere cristiani, ma anche lì, come a casa, il lavoro principale che è richiesto è la conversione del cuore. Solo attraverso questo desiderio di cambiamento si rende sempre più chiaro il Senso del nostro fare, del nostro essere, in qualsiasi situazione o condizione ci si ritrovi. Diventa familiare il “Chi te lo fa fare?”, dove l’accento è sul Chi e non sul fare (come ci ha detto don Giussani e spesso ripetuto don Ambrogio).
Tutto questo è diventato esperienza in atto, il riaccadere di quell’avvenimento della familiarità con Cristo, non solo letto nei documenti, ma vissuto nei fatti e nei gesti che ogni giorno ci era chiesto di compiere e che ci ha permesso di ricominciare, di riabbracciare e di vivere una esperienza di verità alla nostra vita.
Gli ultimi giorni del turno ci hanno visto impegnati a sistemare e pulire i luoghi utilizzati, salutare le Sorelle Clarisse di Gerusalemme, fare qualche pulizia al Museo della Flagellazione e per condividere con i Frati di San Salvatore parte dei festeggiamenti della solennità del patrono Sant’ Antonio.
Grati per quanto il Signore ci ha permesso di vivere in questa ulteriore esperienza, siamo rientrati a casa con maggior consapevolezza della missione che ci è donato di vivere in pienezza della Sua Presenza.
2° viaggio primaverile
Il secondo viaggio primaverile si è effettuato dal 16 maggio al 30. Era composto da 10 volontari di cui uno alla prima esperienza. Riportiamo alcune impressioni:
“Giovedi’ venerdì e sabato mattina per gli uomini, lavori di pulizia al nuovo museo della Flagellazione sotto l’occhio vigile di Padre Alliata; lavoro che continuerà anche lunedì.
Le donne invece sono state precettate da Padre Stephane per pulire e lucidare i candelabri e il paliotto dell’altare di San Salvatore per le funzioni della Pentecoste, a cui stiamo partecipando tutti.
Padre Bonaventura ha posto il problema sugli avvenimenti degli ultimi giorni fra Israele e Palestina e diceva che è necessario dare un giudizio che vada al fondo della questione e non semplicemente accontentarci delle impressioni. Questo ci ha fatto riflettere anche sul nostro venire a Gerusalemme e al modo con cui condividiamo questa situazione: anche per noi è sufficiente schierarsi con gli uni o con gli altri, o desideriamo fare un passo che ci aiuti a guardare verso Altro?
Sabato, abbiamo aderito all’invito di Padre Pizzaballa ad un momento di preghiera per la pace; una bella partecipazione e alla fine abbiamo potuto salutare sia il Custode che Padre Pizzaballa.
Anche Vigilio, che è qui per la prima volta, è contentissimo. Ha detto: dal primo momento è stato come essere in famiglia.
A Pentecoste, parteciperemo ai momenti proposti dai frati.
Come al solito le richieste di lavori sono tantissime.
Purtroppo non avremo molto tempo per gite o viaggi, perché lavoreremo anche domenica prossima. Dobbiamo vuotare tutto il piano interrato perché lunedì i muratori inizieranno i lavori di ristrutturazione. Fortunatamente Padre Alliata si è reso disponibile per accompagnarci a Nablus lunedì.
Lunedì messa nella cappella dei Franchi celebrata dal segretario del Custode Padre David, sempre disponibile alle nostre richieste, un bellissimo inizio.
Poi gli uomini a continuare i lavori di pulizia alla Flagellazione, e le donne le pulizie nei locali di ATS e dei beni culturali. Martedì trasferta dalle Clarisse di Gerusalemme, per sistemare il giardino, tutta la giornata. Al termine un breve incontro con la Madre Maria Chiara suor Cristiana ed una nuova ragazza che sta facendo la verifica. La madre ci ha raccontato un po’ della loro vita degli ultimi tempi e ci ha fatto vedere i lavori in cuoio che stanno preparando, veramente molto belli.
Mercoledì ancora lavori alla Custodia e quindi, giovedì mattina partenza per Nazaret a lavorare dalle Clarisse fino a sabato a pranzo.
Due giorni veramente intensi, ma anche di grande soddisfazione, per il lavoro fatto.
Venerdì sera abbiamo avuto a cena Nader, e come le altre volte è stato un momento molto importante, una testimonianza a tutto campo, in particolare quando ci ha raccontato di una suora di un piccolo monastero a circa 40 Km da Nazaret, conosciuta casualmente, e quando ha saputo che è ammalata di un tumore, se ne è fatto subito carico, accompagnandola per gli esami, la chemioterapia, le medicine e quanto necessitava. La cosa incredibile è che quando si recava dai medici per le cure o per le visite, restavano tutti meravigliati che Nader si fosse preso una di una suora che neanche sapeva chi era e quindi dicevano, se lo fai tu vogliamo anche noi aiutarla per cui nessuno voleva essere pagato. Questi medici non erano cristiani, ma mussulmani o ebrei.
Una testimonianza sempre incisiva che guarda al punto centrale; Il Divino che passa attraverso l’umano. Ci siamo lasciati tutti grati di questa amicizia.
Sabato Angelus a mezzogiorno alla basilica dell’Annunciazione, poi partenza per Cana, per incontrare Padre Jerome, che nonostante non fossimo riusciti ad avvisarlo ci ha accolto, come sempre, con grande gioia. In serata rientro a Gerusalemme.
Lunedì giornata a Nablus e Sebastya, con Padre Alliata, intensa ma bellissima.
Martedì mattina a Betlemme, dove Padre Artemio ha celebrato la messa nella grotta della natività e poi visita ai mosaici della basilica.
Preparazione dei bagagli e breve giro di testimonianze a conclusione del turno. Veramente tutti entusiasti e pieni di gratitudine, per la compagnia e per i lavori che siamo riusciti a fare. Una esperienza sempre nuova e mai scontata.”
1° viaggio primaverile
Dal 2 al 16 maggio si è svolto il primo viaggio di lavoro primaverile del 2018. Il gruppo era formato da 5 soci . Riportiamo alcuni loro racconti sulla esperienza fatta:
“Le cose vanno, con grande ricchezza, di tutto……
Abbiamo potuto vivere dei momenti unici con i Frati. Unici per la bellezza dei momenti, e unici perché ci hanno permesso di non essere “spaesati” in questa nostra terra.
In occasione della festa dell’invenzione della S. Croce abbiamo partecipato ai vesperi
della vigilia e al mattutino che e’ iniziato a mezzanotte e mezza, celebrati con grande
solennità nella cappella di S. Elena.
Una notte poi, Padre Gianfranco ci ha celebrato una messa nella cappella
dell’Ascensione alle due e mezza.
E’ una costante quasi per tutti poi la messa al S. Sepolcro delle cinque e trenta. Sono
stati questi i momenti che hanno scandito il ritmo del lavoro e gli hanno dato
significato, assieme alla compagnia ad Ettore che pranza spesso con noi, a Padre
Bonaventura che abbiamo incontrato a Scuola di Comunità con tutti gli altri amici, alle suore di Maria Bambina. Abbiamo partecipato alla pizzata con
Padre Marcelo, e abbiamo invitato varie altre persone e amici. Andremo a cenare a Betlemme con Susy e altri, e poi vedremo cosa ci darà la Provvidenza.
Siamo molto contenti della
possibilità di potere partecipare tutti insieme
ai momenti della Chiesa locale.
Ieri sono andato con l’Iveco ad Haifa all’IKEA con i volontari di
Betlemme, e alla sera ero sconvolto.
In occasione dell’Ascensione, ricorda ai nostri amici che saranno qui di partecipare con i
Frati: sono momenti unici. Mi si accapponava la pelle sentire ripetere “hic” e’ stata trovata
la S. Croce…..
In merito ai lavori, Tonino fa il suo lavoro a Maria Bambina, dalle
Clarisse, ovunque può! Giacomo sta aiutando Maurizio il falegname a stuccare delle
porte. Gianni e Giorgio stanno imbiancando il corridoio di Maria bambina. Io sono fisso all’ ufficio tecnico.
Padre Sergey e’ estremamente corretto e collaborativo con la
Gelmini: qualsiasi cosa chieda , se possibile, la concede, dagli attrezzi all’Iveco.
Ad uno di noi ha affidato un altro lavoro immane: l’inventario di
tutto l’impianto elettrico di S. Salvatore, con segnalazione di tutte le situazioni di
emergenza. Alla fine vuole una relazione.
Si sta comunque finalmente quasi
ultimando il lavoro relativo alla suddivisione della fattura elettrica, e , nel giro di un
paio di mesi, si potranno fornire i primi rapporti. Al riguardo è stato fondamentale questo
viaggio perché si è potuto finalmente stabilizzare la situazione della rete informatica con
Daniel, l’informatico della Custodia.
Domenica scorsa Ettore ci ha portato in pellegrinaggio per Gerusalemme: la spianata del
tempio, la casa di Caifa, gli scavi di Erode….
Ci ha commosso quando ci ha raccontato di Giovanni, che era certo presente mentre
Pietro rinnegava Cristo, nel cortiletto davanti al Sinedrio. E di come Pietro, che a differenza di Giuda aveva un amico lì con lui, non sia perso”.
12-19 marzo 2018. Viaggio straordinario
Pubblichiamo la testimonianza inviata dagli amici del viaggio straordinario di marzo
“Carissimi,
sono finalmente in grado di mettervi al corrente della bellissima esperienza che, seppure in via straordinaria (cioè al di fuori dei turni tradizionali), abbiamo vissuto.
Anzitutto il nostro gruppo è costituito da cinque persone: Attilio, Lauro, Paolo (da Macerata), Emilio e Gianni (da Milano).
Siamo giunti a Maria Bambina la sera di lunedì 12 marzo e siamo diventati “operativi”, come dice sempre suor Cristiana, da martedì.
Due erano i compiti: il trasferimento della mostra (sulla Basilica di S. Francesco superiore di Assisi) dalla Scuola francescana di Betlemme al salone del Cic (Christian Information Centre) di Gerusalemme (che si trova di fronte alla Torre di Davide) e il trasloco di mobili dai magazzini del Notre Dame agli scantinati delle Suore Clarisse di Gerusalemme.
Dopo aver trascorso il martedì tutti insieme a Betlemme e il mercoledì mattina a Gerusalemme, da giovedì ci siamo divisi in due gruppi, continuando a svolgere separatamente e contemporaneamente le due operazioni.
Così per giovedì sera tutto era felicemente concluso.
Abbiamo lavorato con Giovanna, una torinese sposata ad un palestinese a Betlemme e con Giulia, una frizzante ed intelligente “pulzella”, architetta di Piacenza, qui in “servizio civile”.
Naturalmente, durante i lavori abbiamo incontrato varie altre persone, per lo più palestinesi, già note o conosciute al momento, ma tutte immediatamente in sintonia con noi.
Da mercoledì la nostra compagnia si è allargata, perché è giunto Sandro, con due veri giardinieri, Attilio da Gavirate e Franco da Olgiate Molgora, per sistemare il giardino delle Clarisse di Gerusalemme: le nostre serate si sono animate ancor di più, anche perché c’era sempre anche qualche ospite (Ettore, Paolo, il memor di Varese, Giulia, Eleonora trentina, Anna di Milano e altri sporadicamente).
Venerdì, con Ettore, siamo tornati tutti noi cinque a Betlemme per un giro di ricognizione in un appartamento di cui si dovevano segnalare eventuali interventi e l’inventario dei mobili presenti. Abbiamo completato la giornata congiungendoci ai giardinieri dalle Clarisse per aiutarli a liberare il giardino da tutto il materiale della potatura, compreso l’abbattimento di un grande abete morto e pericolante (esperienza nuova per la maggior parte di noi).
Ettore è stato la presenza costante, paterna e vivace, che ci ha sostenuto e seguito per tutto il tempo, comprese quasi tutte le cene, l’intera giornata di sabato e la domenica mattina lungo il cammino di Gesù (Buon Samaritano, Battesimo di Gesù, Cafarnao, Tabgha, Moltiplicazione dei pani e dei pesci, Beatitudini, Primato di Pietro, Casa di Caifa: questi giri, che molti di noi avevano già fatto, ma scelti soprattutto in funzione dei due nuovi, con Ettore sono diventati “l’avvenimento” di un nuovo incontro con Gesù direttamente nella Sua terra, tanto sono stati vivi ed attuali.
Senza contare che la quotidiana Messa al S. Sepolcro ed una celebrazione nella Grotta di Betlemme con padre Artemio ci hanno sostenuto e santificato per tutta la durata della nostra permanenza qui in Terra Santa.
Venerdì, poi, la Scuola di comunità, seguita da cena in pizzeria con tutti i presenti, è stato un momento di vera amicizia e gioia, oltre che del dono di un giudizio lucido e deciso verso la chiarezza della nostra vita.
C’è stato poi, alle cinque del pomeriggio di domenica, il piacevole incontro con padre Patton che voleva conoscere i volontari della Gelmini e gli altri presenti a Maria Bambina: a questo incontro siamo stati invitati in modo esplicito da padre Stephane che si definisce “il responsabile dei volontari della Custodia”.
Padre Patton ha voluto che ognuno dei circa 50 presenti si presentasse con nome, provenienza e incarico, così è iniziata una conoscenza meno formale di tutti quelli che si trovano qui. È stata anche molto bella, accompagnata da canti ben preparati, la Santa Messa che ha celebrato subito dopo, a cui è seguita, dulcis in fundo, una ricca e attraente cena sulla terrazza di Casanova, dove ognuno di noi ha sicuramente aumentato la conoscenza che aveva delle varie persone (ed anche “il peso”!).
In tutta questa opera, non si può tralasciare una parola di lode e di ringraziamento ad Attilio che ci ha fornito una cucina prelibata in continuazione, in un tempo che tutti si aspettavano “di magra”.
Come potete intuire, nulla avviene in modo routinario: è un susseguirsi di incontri e avvenimenti, che rendono il lavoro anche materiale e pesante, molto sereno al punto che il nostro pensiero costante è solo di ringraziamento a Gesù, alla Madonna e all’Associazione che ci indirizza e ci accompagna.”
24 Febbraio: Assemblea della Associazione a Verona
Il 24 febbraio si è svolto a Verona presso l’Opera don Calabria l’annuale gesto dell’Associazione per mettere nelle mani di Maria i prossimi viaggi di lavoro in Terrasanta e per chiederle la Sua protezione. Abbiamo scelto Verona anziché Loreto come abbiamo sempre fatto perché c’è stata la possibilità di avere con noi Ettore che si trovava in Italia. Alla giornata hanno partecipato oltre 110 amici tra soci, famigliari e persone che volevano conoscerci meglio. Era presente anche Agnese moglie di Romano Gelmini e suo figlio Filippo che molti di noi hanno conosciuto a Gerusalemme. Dopo l’arrivo abbiamo subito fatto l’assemblea dove si è fatto memoria di quello che è accaduto nell’anno trascorso, di quello che vorrà dire per l’associazione il fatto che Ettore non è più il responsabile dell’ufficio tecnico della custodia e per capire cosa Dio ci stia chiedendo in questo momento. Ettore ha aiutato tutti a capire che cosa lo ha portato a fare questa scelta e a come sia più bello affidarsi alla compagnia di amici perché ci aiutano a guardare quello che accade con gli occhi ed il cuore giusti. Poi Enrico della Confraternita Santa Caterina di Ferrara ci ha raccontato perché è voluto diventare socio della associazione e di cosa ha visto incontrando noi come Confraternita. Sono seguiti molti interventi che hanno raccontato ciò che si sta imparando stando nell’associazione, partecipando ai viaggi ed anche che cosa desidera chi ha chiesto di diventare socio. Questo momento, infatti, è sempre stato un momento per i soci, ma anche per gli amici che, colpiti dai racconti di chi è stato a lavorare in Terrasanta, desidera capire di più e, ancora, per potere conoscere tutti coloro che hanno già fatto richiesta di diventare soci. E poi seguito il pranzo tutti assieme e, nel pomeriggio, una piccola assemblea per approvare il bilancio e per dare alcune indicazioni tecniche, ma sempre importanti per la vita dell’Associazione. La giornata è terminata con la s.messa officiata da don Orfeo di Modena. Don Orfeo è un parroco di Modena che, amico di alcuni soci di Modena, ha voluto aiutare alcuni progetti in Terrasanta ed in Siria. E’ diventato nostro amico ed ha accolto con gioia l’invito fattogli di partecipare alla giornata della Associazione.
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